Non v’è sala d’attesa che trattiene la vita  dal vivere

Non v’è parcheggio che separa l’amore dall’amare

 

Di fronte alla finestra,  Ludovica scosta la tenda e srotola il cuore sopra al mare perché la notte le ha sussurrato che è tempo di guardarci dentro. Si accorge così che il mare non basta più per contenere il sogno che ha nel cuore.

Farfalle e specchietti appesi a rami coloratissimi tracciano un arcobaleno costante. Frosoni e corvi su monti di corallo musicano ogni angolo. Grappoli di serenella rinfrescano raggi di sole.

Al centro di una pergola di rose bianche vi è una sorgente che sgorga cavallucci marini dorati e sassi variopinti. E’ la tenda delle ore dell’amore ed ancorata  dentro l’acqua vi è la luna. Tutt’intorno sui sassi …fichi, calici di rugiada e raggi d’argento trasportano verso il cielo profumo di sabbia e miele.

Mirtilli secchi e pane sempre fresco segnano l’inizio di un sentiero ed è il sentiero che porta ovunque.

Ludovica ha costruito dentro al cuore un mondo per il suo Adalberto. 

Il tempo è lo spazio del pensiero ed Adalberto non ha tempo per Ludovica. L’ha incatenata  alla pergola con anelli saldati da frasi d’amore incompiute e la promessa che deve ancora giungere.

Finalmente qualcuno, forse la notte - spazio di luce divina -, le ha sussurrato che la vita è il tempo per vivere.  Ludovica  soffia il sogno che vola via a crescere altri prati come un soffione d’estate. Adalberto è ladro imprigionato nello spazio dell’ovunque. Inquilino sfrattato dalle stanze del mare e del cuore.

Ludovica vive da molto tempo prima che Adalberto se ne accorgesse e sa che la pioggia non cancella il cielo. 

 

Mangia fichi e pane e si adombra al colore violaceo della serenella, prima di partire per il suo ovunque che è già in quell’istante.