Allora è un paesotto come tanti

 

Allora è un paesotto come tanti, dove vive gente più o meno stramba e più o meno normale. Un po’ come dappertutto. Ogni tanto accadono avvenimenti particolari, per il resto la vita scorre sui binari del consueto, come ovunque.

Ma come dappertutto la straordinarietà degli eventi sta racchiusa nella semplicità, sia dell’uomo sia della vita stessa.

 

La saggezza nel paesotto di Allora è custodita da Ernst, un vecchio molto alto che con gli anni, per non infastidire troppo il cielo, si è curvato le spalle verso terra. Ernst sta in via delle Querce al numero zero. Numero assegnato da lui stesso visto che in quel tratto di strada si sono dimenticati di registrare il numero civico.

 

La sua mamma gli raccontava di quando era piccina: era figlia di falegnami, poveri, e le scarpe, un paio solo, se le cucivano da soli. Erano sempre di due o tre numeri più grandi, scomode e fredde. Raccontava che per andare a scuola doveva camminare a lungo nei campi e che una volta, una domenica d’inverno e neve, mentre andava alla messa, la suola si scucì e alla messa ci arrivò scalza. 

Così Ernst è diventato calzolaio e il primo paio di scarpe lo confezionò per sua madre; uno stivaletto invernale imbottito di lana calda.

 

Ernst ha avuto una vita silenziosa e semplice.

 

Ora, divenuto anziano, si occupa del suo giardino. Raccoglie le foglie d’autunno che usa per coprire i piedi delle rose. In primavera muove la terra per aiutarla a rialzarsi. In estate ammira i colori e i profumi…fino al ritorno della neve.

Ernst indossa sempre gli stessi vestiti e da molti anni tutti i suoi pantaloni hanno un buco, appena sotto al ginocchio. Piccolo ma c’è e si vede. Nessuno gli ha mai detto nulla ma molti si ritrovano a parlarne nelle proprie case che pare sia diventata un’orticaria per la mente.

Ernst è un uomo pulito e cortese.

Di poche parole ma con toni sempre molto gentili.

Vivono tante altre persone nel paesotto di Allora. Non tante per la verità e tutti si conoscono un po’.

Gino lavorava nella fabbrica di capsule di caffé da molti anni oramai, da quando aveva deciso di lasciare la campagna per avere una vita più comoda, più semplice.

La fabbrica è del signor Matteo.

Gino ha 50 anni come il signor Matteo, sono andati a scuola insieme.

Gino è figlio dei suoi genitori. Il signor Matteo è figlio dei suoi genitori ricchi.

E’ un uomo arrogante, sempre educato nei modi, ma altezzoso che mal volentieri parla con la gente del paese che reputa meno bella di sé stesso.

 

Gino due anni fa è stato licenziato. Era disperato. Sembrerebbe sia successo a causa di una ristrutturazione dell’assetto societario. Niente di personale.

Matteo è partito in vacanza anche quell’anno, con la sua bella macchina piena di bagagli.

Ersnt lo vede passare e sa che i bagagli non sono pieni di intelligenza.

Gino è caduto in depressione e una mattina sua moglie l’ha trovato appeso alla quercia sul campo che tanto tempo prima coltivava. Era il campo che suo nonno gli aveva affidato alla nascita.

 

Gli abitanti di Allora, quando si ritrovano nelle proprie case all’ora di cena, si raccontano pettegolezzi e sentiti dire del paese e spesso discorrono del buco nei pantaloni di Ernst:

 “Ma qualcuno dovrebbe dirglielo!”

 

Il 19 dicembre alla fabbrica del signor Matteo c’è una festa, una festa per inaugurare un nuovo padiglione che porterà tanti soldi e tante persone nuove nel paesotto di Allora.

Sono invitati tutti gli abitanti.

Il signor Matteo alza un calice di vino bianco e intrattiene il suo discorso. Gli invitati mangiano e bevono e si divertono.

 

“Oooh ma in una serata come questa, per presentarsi al signor Matteo, poteva almeno mettersi presentabile!”: è il pensiero di tutti appena vedono arrivare Ernst, che indossa i soliti pantaloni bucati.

 

“E’ pazzo!” sussurra Elminia a suo marito che annuisce.

 

Anche il  signor Matteo, tra le mura domestiche, deve aver conversato del buco nei pantaloni di Ernst. Così con tono borioso rende finalmente giustizia a tutti:

 

Ernst ma non hai visto che hai un buco nei pantaloni?!

 

Sembra levarsi un sospiro di sollievo generale poi tutti zitti ad aspettare e guardare che succede.

 

Il vecchio, si piega ancor più in avanti per osservare il buco nei pantaloni, poi si raddrizza, sorride e porgendo un vaso con una piccola quercia a Matteo, mormora:

 

“Matteo, spero che tu non prenda freddo!” e se ne va.

 

Nel paesotto di Allora succedono cose particolari e non, come un po’ dappertutto

 ma come dappertutto la straordinarietà della vita sta racchiusa nella semplicità, sia dell’uomo sia degli accadimenti stessi.

 

#CristinaSalvador #appuntidiunapoetessa #favoleperadultienonsolo #scrivereèvivere #poesia #poetry #write #https://paroleecolori.jimdo.com #storiestotell